Cocilova: La serie A2 dovrebbe fermarsi fino al 2021
Con i campionati di A2 fermi per tre settimane a causa Covid 19, Mister Albano Cocilova, da 13 stagioni in panchina per la ASD Pallamano Chiaravalle, dice la sua su questa riapertura anticipata e sul perché, almeno per il momento, andrebbe evitata.
Grazie mille per la disponibilità Mister, ci racconti un po’ di quella che è stata l’esperienza del contagio per la Pallamano Chiaravalle
La squadra di A2 non si allena più dal 2 novembre. Pochi giorni dopo due dei nostri ragazzi hanno mostrato, per un solo giorno, sintomi influenzali e sono risultati positivi al tampone. Da lì, tramite un controllo a tappeto, abbiamo scoperto un totale di nove giocatori positivi (tutti asintomatici).
Ad oggi di questi quattro si sono negativizzati e cinque ancora no.
Al momento per noi il problema principale non è iniziare di nuovo ad allenarsi (cosa che cercheremo di fare già lunedì facendo prima un tampone di sicurezza a tutti gli atleti) ma il fatto che parecchi giocatori hanno paura di ricominciare.
La FIGH però ha deciso di riprendere la A2 dal 12 dicembre.
Personalmente non riesco a condividere la scelta della Federazione di ripartire a dicembre quando si poteva aspettare gennaio. I tamponi preventivi, seppur utili, non sono il modo di ovviare al problema. Lo stiamo vedendo anche in A1 che ogni sabato due o tre partite saltano.
Noi avremmo seri problemi a metter in campo una squadra in questo momento, i nostri giocatori (come quasi tutti in A2) non sono professionisti e devono pensare prima alla famiglia e al lavoro. Per questo credo sia meglio aspettare altri 20 giorni, almeno fino al 2021, per vedere se ci sono cambiamenti importanti in tutta Italia sul numero dei contagi e sulla diffusione del virus.
Come mai, secondo lei, alcune società si sono espresse in maniera favorevole al riavvio del campionato
Non riesco a capire la voglia di continuare delle altre squadre, ma credo dipenda dal fatto che finora sono stati fortunati a non avere casi in squadra.
Oltretutto ci sono problemi logistici: allo stato attuale dobbiamo giocare anche nelle zone rosse, dobbiamo capire come poterci muovere. Ad esempio: quante persone possono salire su di un solo pulmino? Nei viaggi si entra in contatto con molte altre persone aggiungendo fattori di rischio anche solo per fare benzina.
I giocatori finora positivi a cosa vanno incontro dal punto di vista sportivo una volta negativizzati?
Questo è un altro punto poco chiaro. Stando alle attuali normative non si capisce bene cosa deve fare chi è risultato positivo. Servono test approfonditi? Anche per questo credo sia meglio fermarsi ora per ripartire in sicurezza più avanti.
La pallamano non è come il calcio, se c’è positivo tutta la squadra rischia la quarantena, con tutti i problemi annessi sul posto di lavoro.
In chiusura vorrebbe aggiungere qualcosa?
Sì, certamente. Vorrei dire che noi siamo stati fortunati e che dobbiamo dare atto alla società per la risposta tempestiva messa in atto quando ha fatto fare un tampone di sicurezza a due ragazzi che hanno avuto la febbre a 38,5 per un unico giorno. Da qui ne sono usciti altri completamente asintomatici che però, purtroppo, in alcuni casi hanno passato il virus a dei famigliari.
La Federazione deve capire che la paura non è tanto il contagio tra i giocatori, ma il rischio che questi portano a casa.
Non siamo professionisti, fermiamoci finché siamo in tempo.
ASD Pallamano Chiaravalle